Decalcificatore caldaia: cos’è e a cosa serve?

La manutenzione regolare della caldaia garantisce il corretto funzionamento dell’impianto di riscaldamento. Tra le pratiche indispensabili, l’utilizzo di un decalcificatore si configura come un passo fondamentale nella cura e nel prolungamento di vita dell’apparecchio.

Ma cos’è esattamente un decalcificatore caldaia ed a cosa serve?

Cos’è un decalcificatore caldaia?

Si tratta di un dispositivo che viene adoperato per rimuovere il calcare presente nell’acqua di alimentazione della caldaia. Infatti, una presenza eccessiva di calcare può causare danni all’apparecchio, riducendo di conseguenza l’efficienza energetica della caldaia. Utilizzare un decalcificatore consente di prevenire questi problemi al fine di garantire un funzionamento ottimale della caldaia e di ridurre il grado di durezza dell’acqua presente nel nostro impianto. In effetti, la formazione di depositi di calcare rappresenta una vera minaccia per le caldaie che tende ad accumularsi all’interno dello scambiatore di calore, ostacolando il passaggio dell’acqua e riducendo l’efficienza termica.

Decalcificatore: le diverse tipologie

In commercio, esistono due diverse tipologie di decalcificatori caldaie: a sali e magnetico. Il decalcificatore a sali è una sorta di bicchierino di vetro raccordato al tubo di mandata della caldaia, al cui interno sono presenti dei sali speciali che addolciscono l’acqua. I sali si esauriscono circa una volta l’anno e devono essere reintegrati grazie ad apposite ricariche. Il decalcificatore magnetico riesce nello stesso scopo del decalcificatore a sali grazie alla presenza di magneti permanenti. Tra le due tipologie, quella magnetica è maggiormente indicata in quanto non sono presenti sostanze chimiche e non deve essere mantenuto ogni anno, ma a differenza del primo, ha un costo maggiore.

E’ obbligatorio installare un decalcificatore caldaia?

Dal 2007, è stato istituito l’obbligo di installare un decalcificatore acqua alla caldaia al fine di rimuovere il calcare che è la causa dei guasti al dispositivo, oltre ad un maggiore consumo energetico. L’obbligo di questo apparecchio è regolato con il DPR 59 del 25/06/2009 che affronta l’argomento dividendo gli impianti sulla base della potenza erogata.

All’articolo 4 comma 14 del DL 19 agosto 2005 n.192 si conferma l’obbligatorietà di installazione del dispositivo per tutte le categorie di edifici di nuova costruzione, edifici ristrutturati totalmente, edifici in cui sia stata eseguita l’installazione di impianti termici nuovi o ristrutturazione degli esistenti, edifici in cui siano installati impianti di produzione di acqua calda sanitaria sopra i 100 KW e con durezza dell’acqua superiore ai 15 gradi francesi.

Per gli impianti sotto i 100 KW, invece, l’obbligo è previsto solo quando la durezza dell’acqua è maggiore ai 25 gradi francesi. Vi sono però degli obblighi che coinvolgono tutte le tipologie di impianti. Ai fini dell’adeguamento della normativa italiana alla direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia, è stato previsto l’obbligo di trattare chimicamente l’acqua. Di conseguenza, il DPR 59 del 2009 e la norma UNI 8065 obbligano tutti gli impianti, anche quelli di potenza inferiore ai 100 KW, di essere provvisti di un filtro e di un dosatore di polifosfati ai fini di protezione della caldaia da sostanze e particelle presenti nell’acqua potenzialmente dannose.

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